Partita Iva Restauratore

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PREMESSA: Attenzione, i dati elaborati, gli esempi numeri ed il codice ateco scelto è solo una SIMULAZIONE e non rappresenta la totalità dei casi, ogni consulenza deve essere dedicata e costruita sulla singola persona, pertanto non ci assumiamo responsabilità di alcun genere, ma il presente articolo ha lo scopo di illustrare e esplicare alcune informazioni.

Obbligo di aprire Partita Iva come Restauratore?

Partita Iva Restauratore

Per avviare un’attività di restauratore in Italia, è fondamentale comprendere vari aspetti normativi e fiscali. Di seguito, viene presentato un articolo che illustra il codice ATECO, il coefficiente di redditività, il regime forfettario, gli adempimenti necessari per l’iscrizione all’INPS come artigiano, e un esempio numerico per il calcolo delle tasse.

Codice ATECO per Restauratore

Il codice ATECO più appropriato per un’attività di restauro è:

  • 90.03.02 – Attività di conservazione e restauro di opere d’arte.
  • 95.24.01 – Riparazione di mobili e oggetti di arredamento.

Questi codici identificano specificamente le attività legate al restauro e sono essenziali per l’apertura della Partita IVA.

Coefficiente di Redditività

Il coefficiente di redditività per i restauratori con codice ATECO 90.03.02 è fissato al 67%. Questo significa che il 67% del fatturato sarà considerato come reddito imponibile, mentre il restante 33% è considerato come costi non deducibili. Questa percentuale è utilizzata per calcolare la base imponibile nel regime forfettario.

Regime Forfettario

Il regime forfettario è un’opzione fiscale vantaggiosa per i piccoli imprenditori e professionisti, inclusi i restauratori. Per accedere a questo regime, è necessario rispettare un limite di fatturato annuo di 85.000 euro. Le principali caratteristiche del regime forfettario includono:

  • Tassazione semplificata con una percentuale del 5% per i primi cinque anni e del 15% dal sesto anno in poi.
  • Esenzione dall’IVA.
  • Semplificazione degli adempimenti contabili.

Adempimenti Necessari per Iscrizione all’INPS come Artigiano

  1. Iscrizione alla Camera di Commercio: Presentare la domanda di iscrizione come artigiano.
  2. Apertura della Partita IVA: Registrarsi presso l’Agenzia delle Entrate.
  3. Iscrizione all’INPS: I restauratori devono iscriversi alla Gestione Artigiani INPS, che prevede contributi previdenziali specifici.

Contributi Previdenziali

I contributi previdenziali per gli artigiani sono calcolati su base percentuale rispetto al reddito imponibile. Per il 2024, i contributi fissi sono fissati ad 4.427,04 euro considerando un reddito minimale di 18.415 euro.

Esempio Numerico di Calcolo Tasse

Quando si calcolano le tasse per un artigiano, è importante considerare i contributi fissi che devono essere versati all’INPS, oltre ai contributi calcolati sulla base imponibile.

Di seguito, ti fornisco un esempio di calcolo delle tasse per un restauratore che ha fatturato 40.000 euro nel 2024, includendo i contributi fissi per la partita iva Restauratore.

HP in cui si siano fatte fatture per un importo totale di 40.000 euro.

Dati di Base

  • Fatturato annuale: 40.000 euro
  • Coefficiente di redditività: 67%
  • Aliquota dell’imposta sostitutiva nel regime forfettario: 5% (per i primi 5 anni)
  • Contributo fisso annuale per artigiani (2024): 4.427,04 euro
  • Aliquota dei contributi variabili: 24% (sulla parte eccedente il minimale)

Calcolo della Base Imponibile

  1. Base imponibile:

Base imponibile=Fatturato×Coefficiente di redditività

Base imponibile=40.000×67%=26.800 euro

Calcolo delle Tasse

  1. Imposta sostitutiva:

Imposta=Base imponibile×5%

Imposta=26.800×5%=1.340  euro

Contributi Previdenziali

  1. Contributo fisso:
    • Il contributo fisso per il 2024 è di 4.427,04 euro.
  2. Calcolo dei contributi variabili:
    • Poiché il reddito supera il minimo di 18.415 euro, calcoliamo i contributi variabili sulla parte eccedente.
    • Eccedenza rispetto al minimo:

Eccedenza=Base imponibile−Minimo=26.800−18.415=8.385 euro

  1. Contributi variabili:

Contributi variabili=Eccedenza×24%

Contributi variabili=8.385×24%=2.009,40 euro

  1. Totale Contributi Previdenziali:
    • Somma del contributo fisso e dei contributi variabili:

Totale contributi=Contributo fisso+Contributi variabili

Totale contributi=4.427,04+2.009,40=6.436,44 euro

Totale Spese Fiscali e Previdenziali

  1. Totale spese annuali:
    • Somma delle imposte e dei contributi previdenziali.

Totale spese=Imposta+Totale contributi

Totale spese=1.340+6.436,44=7.776,44 euro

Guadagno Netto

  1. Guadagno netto:
    • Calcolato sottraendo le spese totali dal fatturato.

Guadagno netto=40.000−7.776,44=32.223,56 euro

Riepilogo Finale

  • Fatturato: 40.000 euro
  • Base imponibile: 26.800 euro
  • Imposta da pagare: 1.340 euro
  • Contributo fisso annuale: 4.427,04 euro
  • Contributi variabili: 2.009,40 euro
  • Totale spese (imposte + contributi): 7.776,44 euro
  • Guadagno netto: 32.223,56 euro

Questo esempio mostra come calcolare le tasse e i contributi per un restauratore in regime forfettario con un fatturato di 40.000 euro, tenendo conto sia dei contributi fissi che di quelli variabili sulla parte eccedente il minimale di reddito previsto dall’INPS.

Considerazioni Finali

Avviare un’attività di restauro richiede attenzione ai dettagli normativi e fiscali, ma il regime forfettario offre vantaggi significativi in termini di semplificazione e tassazione favorevole. È consigliabile consultare un commercialista esperto per garantire una corretta gestione dell’attività e ottimizzare le spese fiscali e contributive, soprattutto se si decide di iscriversi come artigiano presso l’INPS. In questo modo, il restauratore potrà pianificare meglio la propria attività e affrontare con serenità gli aspetti economici legati alla professione.

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